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· Abbiamo qualcosa da raccontarvi: "Le mucche da latte, un patrimonio della provincia cremonese" ·
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Le mucche da latte, un patrimonio della provincia cremonese

Quando verrete a trascorrere una giornata nella provincia cremonese, facendo una gita attraverso le nostre campagne, vi accorgerete immediatamente di quanto sia diffuso l’allevamento delle mucche da latte. Dal manto bianco e nero, la frisona è uno degli animali principi delle nostre stalle ed i suoi docili muggiti scandiscono le giornate degli allevatori.

La vita dell’allevatore, giornate lunghe e nessuna vacanza.

Un allevatore, che ama la sua mandria, sa che non c’è un giorno in cui possa assentarsi, perché sempre le sue mucche hanno bisogno di lui. La giornata incomincia quando il sole sta sorgendo, perché gli animali reclamano il cibo. Poi il tempo è scandito dalla mungitura e dal controllo quotidiano della salute di ogni capo. Qui tra Crema, Cremona e Casalmaggiore gli allevamenti sono curati e salvaguardati perché più l’animale sta bene, più produrrà latte sano che verrà venduto ai grandi marchi. Neppure la notte è tranquilla per l’allevatore, perché può essere svegliato dal muggire acuto di qualche mucca che sta per dare alla luce un vitellino. Chi verrà a fare una gita nella provincia cremonese, potrà accorgersi di quanta passione e dedizione ci sia nella cura all’allevamento. Ecco perché è importante sapere anche da dove proviene il latte che beviamo ed oggi con l’etichettatura obbligatoria si è fatto un passo avanti

L’etichettatura di origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione e dei suoi derivati

Sapere da dove proviene il cibo che mangiamo è fondamentale per la nostra salute, e questo vale anche per il latte. Da oggi con l’etichettatura di origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione e dei suoi derivati si realizza un altro passo importante per la trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui pero’ 1/3 della spesa degli italiani resta anonima.

“L’Italia è diventata il piu’ grande importatore mondiale di latte” ha denunciato il presidente della Coldiretti Moncalvo. “Fino ad ora dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori”.

Un passo avanti per la salute di tutti e un riconoscimento per il lavoro degli allevatori

Questo dell’etichettatura è, quindi, un progresso non indifferente per garantire a tutti di sapere da dove proviene il latte che compriamo ed è un riconoscimento importante per gli allevatori, in primis quelli cremonesi, che da soli garantiscono il 10% del latte italiano. Il presidente di Coldiretti Cremona, Paolo Voltini, aggiunge che “si apre uno scenario nuovo, con la possibilità di vedere finalmente riconosciuto il giusto valore al nostro latte. Finora, l’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, dei formaggi o dello yogurt, non ha consentito di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ed ha anche impedito ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionali e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy”.

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