AT-1024x402-2022
affettato_10245x402
miele1024x402
carne_1024x402
PO-1024x402
DSC_7356_1024x402
spighe2-1024x402
verdura2-1024x402
risotti_1024x402
· Abbiamo qualcosa da raccontarvi: "Gaspare Buscemi: spettacolare Artigiano enologo fuori dal coro" ·
← Elenco Blog
Gaspare Buscemi: spettacolare Artigiano enologo fuori dal coro

di Stefano Mauri

Enologo, vinificatore Artigiano, ma soprattutto protagonista controcorrente, stupendo, intelligente, unico, visionario, audace, tenace, provocatore e … polemico dell’enologia italiana degli ultimi 50 anni (e forse qualcosa in più), il Maestro Gaspare Buscemi (www.gasparebuscemi.com), nei giorni scorsi, invitato dall’associazione enogastronomica Vog di Luca Bandirali e Delfina Piana (eccellenze cremasche da esportazione) è stato l’appassionato protagonista di una superlativa e didattica seratona dedicata ai suoi vini. E tra una degustazione e l’altra, Buscemi ha regalato perle preziose del suo pensiero, pensieri questi, o meglio i suoi, che andrebbero illustrati in tutte le scuole del regno italico. Ecco qualche spunto.
<Io non faccio il vino perchè anche oggi, come tremila anni fa, il vino si fa da solo, naturalmente. Ovviamente scelgo le uve, ma soprattutto mi preoccupo di non perdere la qualità che contengono e di dare le condizioni ottimali perché possano svolgersi i processi di trasformazioni per i quali il mosto diventa vino.
D’altra parte i “grandi vini” nati in Francia già qualche centinaio di anni fa, prima dell’industrializzazione e della chimica, non potevano che essere fatti così! E così il vino esprime certamente la qualità delle uve avendo anche la capacità di crescere qualitativamente per molti anni.

Sul tempo poi cosiddetto di conservazione e per così dire di mantenimento di una bottiglia, ecco, il buon Gaspare Buscemi ha le idee chiare: < Il tempo è la vera misura dell’importanza di una bottiglia perché nel tempo il vino evolve positivamente o negativamente in funzione della qualità delle uve, della qualità del lavoro fino alla bottiglia, della qualità del tappo e delle condizioni di conservazione. Tutti i grandi vini si confrontano sul tempo!
Quindi badate bene …aver reso obbligatoria l’indicazione dell’annata a molti nostri vini con lo scopo (dichiarato!) di tutelare il consumatore dall’eventualità di acquistare un vino di minor valore perché troppo vecchio, ossidato, è stato come ammettere i limiti della nostra enologia, sviluppata per le grandi produzioni industriali ma inadatta a produrre grandi vini!
E in effetti, degustando i vini firmati Buscemi si scopre che il rischio ossidazione letteralmente non esiste, perché anche l’ossidazione, che prima o poi è inevitabile perché il tappo è sempre più o meno permeabile all’aria, produce effetti positivi.   piccolo particolare: nessuno affina in legno, ma tutto viene risolto da … tappo, dal passare degli anni, dal vetro della bottiglia e dalla natura, ecco. Già ma quali vini ha raccontato l’Artigiano Visionario?

Eccoli in spettacolare successione.
Alture Bianco scelta d’uve di collina 2003: pinot bianco, Tocai Friulano (oggi purtroppo Friulano!) e ribolla in un affascinante, illuminante, fantastico, grasso, pastoso affresco di … vino che sa incantare senza stancare.
Riserva Massima di Alture Bianco da uve Pinot Bianco 1988: stesse uve del precedente, ma piacere elevato all’ennesima potenza con sentori di frutta matura (ananas e banana in particolare) commoventi e poeticamente avvolgenti.
Le Mie Ossidazioni: Collio Pinot Bianco 1994 non per tutti, ma per quanti amano e si amano.
Bottiglia che sa aprire orizzonti e ricorda certe pesche gialle di certi ferragosti calienti andati, consumati per restare, ma in particolare lo zafferano. Una provocazione? Osare questo vino proprio con un risotto allo zafferano.
Perle d’Uva cuvée 2002 – 2003 imbottigliato (con mosto) del 2004: Metodo Classico (uve: Pinot grigio, Chardonnay, Sauvignon non aromatico ,Verduzzo, ) stupefacente che metterebbe in fila tanti spumanti, compresi certi champagne. Spumante diciamolo che incarna ciò che può essere un Metodo Tradizionale Italiano per la spumantizzazione con rifermentazione in bottiglia d’autore.
Ri Bolla 1987: meraviglia della natura, così come è rivoluzionaria e geniale l’idea di tappare queste bottiglie col tappo di sughero intero ancorato al tappo metallico (il tappo migliore in assoluto per Buscemi, ndr). Volete osare? Osiamo accostando questa RiBolla a ostriche seducenti.
Alture Rosso scelta d’uva di collina 2009: nettare rotondamente supremo, nonostante almeno 3 mesi di contatto con le vinacce, prodotto con uve Merlot di collina.
Riserva Massima di Alture Rosso 1988: Merlot da orgasmo. E meditate: fin quando non degusterete l’Alture Rosso non potrete dire di aver mai bevuto vero Merlot Italiano.
Ossidazione estrema Igt Venezia Giulia da uve Verduzzo Friulano 1988: Le espressioni dei grandi ossidati (sherry, portho, madera…) in un vino di 10-11 %vol  dopo 28 anni di bottiglia!

Viste e lette le date dei vini assaggiati? Non è un errore, avete letto bene è che il concetto del tempo, nelle bottiglie di Buscemi non esiste ma si esalta. Del resto le cose migliori e durature sono quelle che ardono con calma, pazienza e sanno durare alla faccia dei fuochi di paglia. E come ama ribadire l’Artigiano: <E’ il sapore di territorio che recupera e diffonde la sola cultura che qualifica il vino e consente al viticoltore di restare prezioso custode di equilibri ambientali spesso difficili. Fino a un passato non lontano, la cultura italica artigiana, la vera cultura quella popolare, è stata riferimento per l’Europa e per il mondo. Poi sono arrivati l’industria enologica e la necessità di business e tutto è stato stravolto. Nessuno, dico nessuno mi ha seguito o copiato: resto e rimango il vinificatore artigiano, l’enologo fuori dal coro. Talvolta tanto ne sono innamorato e rapito mi spiace vendere il mio vino, bottiglie le mie figlie della terra, della natura, della qualità in vigna e che durano. Spesso e volentieri le apro e le consumo con calma per assaggiarle anche dopo un mese e più dall’apertura. In tutta la mia vita ho fatto e detto sempre ciò che pensavo, non mi sono arricchito, ma i miei principi sono meglio dei soldi. Ho conosciuto tanti personaggi, compreso Veronelli che ha scritto molto di me e del mio lavoro, teso al recupero della tradizione enologica contadina che lui conosceva molto bene e che per primo ha diffuso e valorizzato senza gli interessi editoriali o promozionali che ispirano le guide e tutta la comunicazione di oggi. Le sue guide erano infatti semplici elenchi di produttori e vini meritevoli, senza punteggi o giudizi particolari! > Per dire la sua onestà intellettuale, non sono mai riuscito ad offrirgli nemmeno un caffè!
Sì probabilmente cantare fuori dal coro non paga, ma appaga. Chapeau Maestro Buscemi. Avessimo avuto tanti italiani come lei a guidarci, oggi l’Italia sarebbe un bel posto dove vivere.

Se ti interessa questo articolo, allora dà un occhio qui! Enoteca Fuoriporta

Scopri
le specialità dei ristoratori del territorio
dai un'occhiata
Scopri
le specialità dei ristoratori del territorio
dai un'occhiata

Hai un ristorante?

Dare visibilità online al tuo locale è un buon modo per raggiungere nuovi clienti.

CONTATTACI